Mi Affido a Te
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La nostra Associazione, nel dialogo sempre costante e aperto con il territorio, sia con la rete di servizi pubblici sia con la Società Civile,
ha riflettuto a lungo sul tema del benessere delle famiglie, in particolare dei bambini e sulla solidarietà tra le generazioni, tra anziani, adulti e bambini,
che sono state seriamente messe alla prova dalla crisi economica iniziata nel 2008. Per questo abbiamo chiesto il supporto della Fondazione Cattolica Assicurazioni
per fare un passo avanti: dalla riflessione, al riconoscimento del problema, all’attivazione della rete per offrire una soluzione condivisa e percorrribile.
Noi crediamo che forme innovative, partecipative, integrate ed inclusive di servizi alla persona, professionali o volontari, promossi anche sia dal sistema pubblico
ma anche dalle imprese sociali, sono necessari per contrastare il senso di abbandono e frustrazione delle famiglie.
Le famiglie sono innanzitutto luoghi della cura e della protezione dei più deboli e di promozione dei valori della solidarietà e dell’impegno, oltre allo spazio
della trasmissione dell’identità e dei valori. La lunga esperienza di affido familiare dei soci dell’Associazione La Famiglia ha promosso il concetto che tale
“prendersi cura” non avvenga solo in base della consanguineità, ma possa nascere e crescere come scelta d’amore e di accoglienza verso l’altro, non solo il bambino,
ma anche la sua famiglia di origine.
Le forme di affido sono diverse e regolate dalla Legge, ma vengono sempre in aiuto di bambini e bambine la cui permanenza nella famiglia di origine non è più
automaticamente garanzia di benessere e ben-vivere.
Mentre sono in aumento la conflittualità e la violenza nei nuclei familiari più fragili, caratterizzati da scarse competenze genitoriali o di cura di sé, e quindi i
decreti di allontanamento di minori, ultima istanza del percorso di presa in carico, l’affido rappresenta una strada condivisa che privilegia l’interesse dei bambini
e fa crescere non solo le famiglie, affidatarie o di origine, ma tutta la comunità.
Qual è il nostro ruolo di famiglie più fortunate di altre? Come possiamo condividere con chi ha più bisogno di noi, soprattutto quando è fragile ed indifeso come un
bambino?
Sempre di più si promuove anche l’affido “leggero” nel quale la famiglia affidataria accompagna e sostiene la famiglia di origine del bambino (peer to peer, da
famiglia a famiglia).
In tale contesto il progetto “Mi affido a Te: l’arte di accogliere” nasce dal confronto con il Centro Affidi provinciale e dalla necessità sentita da questo, dalle
Associazioni familiari e soprattutto dalle famiglie affidatarie stesse di promuovere e sperimentare nuovi e più maturi percorsi di comprensione, informazione,
partecipazione e attivazione di affido e accoglienza familiare di minori in situazione di temporanea difficoltà.
Ad oggi infatti, a causa dei tagli al welfare, nonostante le migliori intenzioni e le alte professionalità del personale pubblico nelle ASL-Comuni, risultano
insufficienti sia i servizi di supporto ed accompagnamento alle famiglie attualmente affidatarie, sia le azioni di promozione e comunicazione dell’affido alla
comunità locale. La finalità di questo progetto è raccogliere dati sull’affido nel nostro territorio (punti di forza, rischi, utilizzando anche dati di progetti
già attivati negli anni passati ) per progettare al meglio un servizio funzionale destinato alle famiglie affidatarie anche attraverso la creazione di un sito
web (sportello virtuale “Mi affido a Te” dove le famiglie possono ricevere informazioni, dati, storie di vita, link, etc.. sull’affido del nostro territorio,
nazionale ed europeo). Tale servizio è costruito sulla base dei risultati di una ricerca intervento realizzata in collaborazione con l’Università di Firenze –MoCa
Future Designers (impresa sociale) e gli attori pubblici e privati del territorio spezzino.
In una comunità locale ancora poco sensibilizzata all’istituto dell’affido, nonostante alcuni nobili tentativi del passato, di fronte alla fragilità crescente di
tanti nuclei in difficoltà, ancora invisibili o nascosti, la comunicazione e la disseminazione delle esperienze e opportunità dell’affido ci appaiono una priorità
ed un’azione fondamentale del progetto.
Il progetto adotta un approccio di comunicazione formativa, che mette al centro il processo trasformativo dei suoi protagonisti e della varietà dei target
della comunità di riferimento. Si realizza nelle seguenti tappe:
In un’immagine sono rappresentati solidarietà tra le generazioni, educazione, arte, creatività e diritti dei bambini. Le classi 5B e 5E del Liceo Artistico Cardarelli hanno infatti lavorato negli ultimi mesi del 2018, sotto la guida delle Professoresse di Grafica pubblicitaria Linda Ferravante e Martina Taranto, alla creazione del logo della campagna di promozione dell’affido familiare finanziata dalla Fondazione Cattolica Assicurazioni. Sono stati prodotti dai giovani studenti diverse versioni e quella nella foto è la versione selezionata per la campagna. Accogliere e prendersi cura dell’altro, e quindi anche di sé, diventa un’arte, una capacità ed un talento innato negli esseri umani che va però valorizzato e coltivato. La casa, i diversi membri della famiglia ed il camino con il fumo rosso richiamano lo stare insieme, la protezione e la sicurezza, ma anche i buoni sentimenti, la generosità ed i valori della solidarietà ricordati sia da Papa Francesco sia dal presidente Mattarella. Sono queste le fondamenta della costruzione di una società accogliente, basata sulla fiducia e non sulla paura ed a misura di tutti e tutte.
Di fronte a nuclei familiari o genitori singoli che per le più svariate ragioni non posseggono le competenze genitoriali minime per garantire uno sviluppo sereno ai propri figli, il legislatore ha previsto il dispositivo dell’affidamento familiare (“Disciplina sull’adozione e l’affidamento familiare dei minori” L. 184/1983, modificata 149/2001) che prevede che il minore, invece di essere affidato ad un’istituzione o comunità, venga accolto presso una famiglia, adeguatamente formata, che gli offre un ambiente accogliente, amorevole, sicuro e lo aiuta, lo sostiene, lo accompagna nella vita quotidiana e nel percorso educativo. L’affidamento familiare è un atto di amore e di generosità per eccellenza: il bambino, se si creano le condizioni che lo permettono, dopo un periodo con la famiglia affidataria può ritornare con la sua famiglia di origine, ma la famiglia affidataria sarà sempre “famiglia” perchè avrà fatto un pezzo di strada quindi di vita con quel bambino
Il minore italiano o straniero può essere affidato (per un periodo di tempo limitato) a coniugi con o senza figli, a coppie e a persone singole. L' affido familiare è una misura a carattere temporaneo, è tendere una mano a un bambino la cui famiglia sta vivendo un momento di difficoltà Chi desidera offrire la propria disponibilità ad accogliere un bambino attraverso l 'affido familiare deve rivolgersi ai Servizi Sociali del proprio territorio, che, attraverso una serie di incontri e colloqui, valutano l’idoneità dei richiedenti. Gli aspiranti affidatari vengono inseriti all’interno di una banca dati in attesa dell’affidamento di un bambino. Essendo un provvedimento temporaneo, l’affidamento familiare può avere caratteristiche diverse a seconda delle circostanze.
L’affidamento può essere:
L'affido può essere:
Per entrambe le situazioni è il Servizio Sociale del Comune a decidere quale modalità attivare per il bene del bambino.
Frullo è un esserino bizzarro e stravagante: uno strano folletto che viveva nell'albero della vita. L'aspetto trascurato, poco pulito, i capelli arruffati sotto un buffo cappellino con un'elica sulla punta e l'atteggiamento un po' insolente di chi sembra destinato solo a portar grane, lo rendevano ad un primo e superficiale sguardo poco attraente e un personaggio da evitare, ma chi si avvicinava a lui senza pregiudizi e condizionamenti, con affetto, consapevolezza e altruismo, ne intuiva immediatamente la vera essenza e ne riceveva in cambio la felicità più grande: imparare a fare del bene altri. Orecchie a punta per ben ascoltare, occhi dolci ma cuti e attenti per ben osservare, il folletto si librava in aria all'improvviso, facendo roteare l'elica sul suo cappello ed emettendo un suono che assomigliava ad un battito d'ali. Da questo era derivato il suo nome: Frullo. Emblema di un carattere volubile, difficile, spigoloso, a volte scontante, ma solo per chi non sapeva vedere oltre l'apparenza.. infinite idee frullavano in continuazione nella sua testa, vorticose e imprevedibili come l'elica del suo cappellino (…) E' così generoso e sa donare speranza e sorrisi a chi li ha persi (...) Tra gli umani è uno qualunque di noi e lo possiamo chiamare semplicemente con una parola che ispira amore e fiducia: affido!! (per gentile concessione di Susanna Varese)